Oggi è previsto un sopralluogo nell’area del torrente Mela per verificare la percorribilità di soluzioni alternative alla chiusura del ponte che collega Milazzo con Barcellona. È quanto deciso nella riunione di ieri mattina a Messina presso il Genio Civile alla quale hanno partecipato gli amministratori ed i tecnici dei due Comuni, l’ingegnere capo del Genio Civile, Nicola Alleruzzo e i rappresentanti della Città metropolitana e dell’’Autorità di bacino del Distretto idrografico della Sicilia che in atto è interessata ai lavori sul torrente Mela. I presenti, nel prendere atto delle problematiche che sono state sollevate dai sindaci di Milazzo e Barcellona in merito alla chiusura dell’infrastruttura per almeno un anno, hanno concordato sulla possibilità di creare un bypass utilizzando la zona a valle o a monte del torrente. È chiaro che la soluzione dovrà trovare concreta ipotesi di fattibilità direttamente sui luoghi in quanto c’è da tenere presente che occorre muoversi dove c’è un torrente e quindi se tutto potrà andar bene in estate, il discorso cambia nel periodo invernale. Ecco quindi che bisogna soppesare tutti gli interessi delle parte, fermo restando che sicuramente il percorso più semplice, quello che era stato deciso, di interdire il traffico verso le due città, è l’unico che va scartato.
Nel corso del sopralluogo dunque, verrà riesaminata la prevista deviazione del traffico veicolare a seguito della chiusura del ponte con l’individuazione di ulteriori percorsi alternativi che vadano oltre all’uso della vecchia Statale 113, sicuramente inidonea a sopportare l’enorme mole di traffico che si snoda giornalmente tra la città del Capo e quella del Longano. Peraltro già in sede di progettazione la soluzione alternativa era stata trovata ed erano state impegnate anche le risorse. Per quale motivo si è poi cambiato rotta?
Altro aspetto importante riguarda il ponte vero e proprio le cui condizioni non consentono assolutamente di temporeggiare. Le criticità strutturali sono infatti di livello importante e anche se in questa fase il transito è disciplinato dal semaforo che permette un passaggio alterno dei mezzi, basta una verifica anche a “occhio nudo” per rendersi conto che quell’infrastruttura, lunga un centinaio di metri, è a rischio.
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